Pietro Branchina

Sacerdote – Musicista

Figlio di due contadini Nicolò e Grazia Di Fazio, dimostrò fin da bambino una naturale  inclinazione verso la musica, che imparò da autodidatta fino ad essere capace a circa 11 anni, di accompagnare all’organo i riti liturgici nelle chiese della  sua città natale. Il suo primo suo maestro di musica fu il concittadino Vincenzo Cacia.  Il Prevosto Salvatore Petronio Russo, colpito dalla naturale inclinazione di Pietro verso la musica, lo aiutò, nominandolo organista della Chiesa Madre. Maturato il desiderio di prendere la via del sacerdozio lo stesso Prevosto lo sostenne per farlo entrare presso il seminario  arcivescovile di Catania a spese della curia cittadina. Studiò filosofia e teologia e proseguì gli studi musicali (armonia) con il maestro Filippo Tarallo già compositore ed organista del Duomo di Catania.
Nel 1896  fu nominato direttore musicale della cappella del seminario, e formò una schola cantorum a che annoverava circa 50 voci. Nel 1903 a Narni ricevette l’ordinazione sacerdotale.
L’arcivescovo di Catania Francica Nava, apprezzando molto il suo straordinario talento musicale, lo invitò a trasferirsi a Roma, presso l’Accademia di Santa Cecilia, dove compì gli studi di canto gregoriano con i maestri don Lorenzo Perosi e Rodolfo Kauzler e nel giugno del 1904 conseguì il Diploma dì Magistero in Canto gregoriano. In seguito si trasferì a Padova,  dove,  sotto la guida di Luigi Bottazzo,  conseguì i diplomi di armonia, contrappunto, composizione ed organo.
Durante il soggiorno a Padova scrisse numerose composizioni che lo resero
famoso in Italia e all’estero. Il 31 gennaio del 1905 entrò in contatto col Direttore della rivista americana “Santa Cecilia” che pubblicò due sue composizioni, apprezzate dalla critica per “la spontaneità e semplicità delle melodie”.
Nello stesso anno tornato in Sicilia venne nominato direttore musicale della cappella di San Giovanni Battista a Ragusa e nel 1910 organista principale del Duomo di Siracusa.
Fu Prevosto della Matrice di Adernò dall’11 aprile 1920 fino al 1937, quando per dissensi con il clero locale si ritirò ad Acireale, assumendo la direzione dell’Istituto San Michele.
Collaborò ai periodici Musica Sacra di Milano, Santa Cecilia di Torino, Bollettino ecclesiastico di Catania, e pubblicò diversi articoli storici, dottrinali e polemici sulla musica sacra, soprattutto in rapporto alla necessità della riforma desiderata dal motu-proprio di papa Pio X. Pubblicò inoltre una biografia di Luigi Bottazzo per la casa editrice milanese A.Bertarelli.
Morì ad Adrano l’11 febbraio del 1953 ed in occasione dei solenni funerali nella Chiesa madre, la Schola Cantorum da lui fondata a Catania eseguì molti suoi brani e la sua Missa Pro Defunctis.
La produzione musicale del Prevosto Branchina è assai variegata, abbraccia  una vasta produzione di musica sacra che va dal gregoriano al mottetto, ai salmi, ai responsi, alle Messe ed a pezzi per organo. Compose più di 400 opere pubblicate da diverse case editrici musicali italiane (Milano, Bergamo, Bari, Catania) e straniere (Olanda, Spagna, Stati Uniti, Argentina, Brasile).
Tra esse ne ricordiamo solo alcune:
“Missa quotiescumque in honorem Divae Agatae” (1910), dedicata a Papa Pio X, “Missa sanctae Luciae op.56 per coro a 2 voci uguali ed organo, Missa in honorem Regina Pacis op.62 per coro ad una voce media ed organo, composta nel 1913.
Le composizioni più suggestive e celebri del Maestro adranita restano:  le “Sette Parole di Gesù Cristo in Croce”, opera 190 per coro ed organo su versi di Pietro Metastasio e lo “Stabat Mater” op. 109 per coro a due voci miste ed organo, composto nel 1938.

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(Ricerche bibliografiche a cura del Settore Attività Culturali del Comune di Adrano)