Padre Vincenzo Bascetta

Sacerdote – Politico

 

La vita politica della nostra città” nella prima metà del XX secolo, fu dominata dalla grande personalità di Padre Vincenzo Bascetta, che spese la sua vita a favore delle classi più disagiate e che operò concretamente per migliorare l’economia del nostro paese. Nacque in Adernò il 24 luglio 1879, sesto ed ultimo figlio dei coniugi Salvatore e Maria Cariola che vivevano delle modeste risorse del loro piccolo podere.
Vissuto in un ambiente profondamente cristiano, intraprese la via del sacerdozio, entrando nel seminario di Catania, dove si distinse per intelligenza ed altruismo. Il giovane era amato dai compagni perché divideva con loro tutto quello che riceveva dalIa famiglia e  animava la vita del Seminario con attività ricreative.
Nel 1902 fu ordinato Sacerdote, con dispensa pontificia, per mancanza d’età e subito dopo venne nominato rettore delle due chiese di Gesù e Maria e S.Leonardo. Nel 1904 iniziò la sua attività sociale a favore dei “campagnoli”, che avevano difficoltà economiche e fondò la Cassa Rurale “San Nicolò Politi” o “Padre Musco”, dove la povera gente poteva usufruire di mutui e prestiti a basso interesse. La Cassa Rurale ebbe talmente successo che in pochi anni permise al religioso di  investire le  finanze in aree edificabili, terreni agricoli, acque di irrigazione, costruzione di nuovi canali, riuscendo a debellare ogni forma di usura.
Così gli affittuari, i mezzadri, i giornalieri di campagna, liberati dai prestiti dei datori di lavoro, riuscirono ad acquistare il “fazzoletto di terra” per vivere onestamente.
In seguito alla legge sullo spezzettamento del latifondo del 1922, Padre Bascetta, tramite la Cassa Rurale, acquistò i feudi  “Miraglia”, “Ragona”, “Canalotto”, “Vituro”, “Passozingaro”, “Cannatella”, “Baronessa” e li distribuÌ tra i soci che, attraverso canali di irrigazione, li trasformarono in fiorenti agrumeti, uliveti, mandorleti e pistacchieti.
Nel 1908 fu tra i primi a portare aiuto materiale e spirituale alla popolazione di Messina, provata da terribile terremoto.
Durante le epidemie di colera (1911), della spagnola e del vaiuolo (1918-20), Padre Bascetta soccorse le famiglie e si preoccupa di trasportare anche i morti al cimitero, quando il personale addetto si rifiutava per paura del contagio.
Per questi atti umanitari ottenne parecchi attestati di riconoscenza e fu nominato Cavaliere d’Italia e Commendatore.
Intraprese l’attività politica a fàvore dei poveri e dei deboli e nel 1908  fu eletto Consigliere comunale. Seguace di Don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare, nel 1914 fu eletto pro-sindaco di Adernò e contemporaneamente Consigliere provinciale ottenendo tanta stima dai cittadini che lo confermarono per 10 anni.
Nelle elezioni del 1921 Padre Bascetta fu eletto sindaco di Ademò e tale rimase fino al 1923. Tra gli atti amministrativi deliberate durante la sua amministrazione politica spicca la realizzazione del monumento ai caduti della guerra del 1915-18 e l’acquisto del terreno attiguo al Monastero di S.Lucia per l’ampliamento della vìlIa comunale, opere di seguito realizzate dal Cav. Chiavaro. Approvata la legge fascista nell’aprile 1924, in base alla quale i due terzi dei seggi parlamentari sarebbero stati assegnati al partito che avesse ottenuto almeno il 25% dei voti, furono indette le elezioni.
Padre Bascetta ebbe il coraggio di sfidare il nuovo regime, presentandosi con una lista propria del Partito Popolare Italiano, del quale fu segretario a vita.
Durante la campagna elettorale del ’24, da cui emerse il Partito Fascista, si verificarono dei contrasti tra i due maggiori schieramenti politici che il coraggioso prete sedò sempre con grande umiltà.
Con il crollo della Borsa di New York nel 1929, anche l’Italia fu coinvolta nella grave crisi economica. Il governo fascista, allora, per dare all’economia un indirizzo unico a carattere nazionale, unificò tutti gli enti economici e sociali e varò la famosa quota 90, l’operazione finanziaria che mirava a rivalutare la nostra moneta rispetto a quella straniera. Tali iniziative, però, inflissero un duro colpo alle casse rurali e aggravarono la già difficile situazione economica italiana, determinando un aumento del costo della vita e disoccupazione.
Anche la Cassa Rurale Di Padre Bascetta, non potendo accontentare i clienti che richiedevano il denaro, fu dichiarata fallita.
Padre Bascetta, accusato di bancarotta fraudolenta, fu arrestato e subì la condanna al processo di primo grado, ma dopo sei mesi di ingiusta carcerazione, fu assolto e scarcerato.
Si ritirò, quindi, nella sua chiesa di S.Leonardo, dove svolse la missione sacerdotale con zelo e dedizione, sempre attento alle esigenze della povera gente.
Dopo la caduta del fascismo, Padre Bascetta istituì il Comitato di liberazione e fondò una cooperativa di consumo, dove si potevano acquistare a prezzi ridotti non solo generi alimentari di prima necessità., ma anche sementi, concimi e attrezzature per facilitare la ripresa dell’attività agricola.
Tramite la cooperativa agricola “Giacomo Maggio”, recuperò e distribuì tra la popolazione più disagiata circa 1000 ettari di terreno (Forte, Grottafumata, Casotte). Negli anni ’50 Padre Bascetta continuò la sua attività politica, costituendo in Adrano la sezione della Democrazia Cristiana, nata dal vecchio  Partito Popolare.
Padre Vincenzo Bascetta fu anche poeta in lingua italiana e in dialetto siciliano, scrisse  “Liriche”,”Poesie Sparse” e “Poesie Varie”, ma non sono state pubblicate. Mori povero, in Adrano, il 16 agosto 1959.
Quanti ebbero la fortuna di conoscerlo, lo ricordano ancora non solo per l’attività politica e le doti umanitarie, ma anche per le sue arguzie e le sue risposte salaci che conquistavano la simpatia della gente.

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(Ricerche bibliografiche a cura del Settore Attività Culturali del Comune di Adrano)