Pittore
Giuseppe Guzzardi fu un insigne pittore adranita,che amò e venerò la sua Adrano, onorandola con la sua affermazione artistica sia in Italia, che all’estero.
Giuseppe Guzzardi nacque in Adrano l’8 dicembre 1845 da Francesco Guzzardi Stracuzzi e dalla nobildonna Maria Piccione. Ebbe in patria le prime lezioni sotto il maestro Vincenzo Costa e ancora giovanissimo fece concepire belle speranze del suo valore nel disegno e nella colorazione, tanto che l’Amministrazione Comunale gli assegnò una borsa di studio che utilizzò per potersi mantenere a Firenze.
Nella città toscana frequentò la scuola di pittura la “ Real Accademia di Belle Arti”, dove fu allievo di A. Ciseri, al quale il Guzzardi si legò con affettuosa amicizia e stima. Il soggiorno toscano determinò lo stile artistico e tecnico del Guzzardi, e permise all’artista di frequentare circoli e ambienti d’arte di grande rinomanza , ove ebbe modo di conoscere le correnti artistiche, che già predominavano in tutta l’Europa: il “ realismo”, il “decadentismo” e la “ scapigliatura”.Esordì nel 1874 alla Promotrice fiorentina con i quadri L’aspettativa e Ritratto. Nel febbraio 1876 espose all’Accademia di Belle Arti di Firenze la meravigliosa tela de’ La Vergine sul Golgota (Adrano, santuario di Maria SS. Ausiliatrice): opera a grandezza naturale influenzata dalla lezione tradizionalista di Ciseri, che riscosse critiche benevoli e giudizi talvolta lusinghieri.
Nel Conservatore del 7 Marzo 1876 in Firenze così si legge di questo quadro: « La Madonna sul Golgota del Guzzardi è quel celeste tipo dì beltà e di candore cui si è maggiormente ispirata in ogni tempo e luogo l’arte cristiana. L’ armonia plastica di tutta la figura, l ‘insieme delle linee e dei contorni, delle pose, dei colori e della luce sta a denotarci un non comune amore alla naturalezza e una tendenza all’invenzione e alla spigliatezza».
Nel 1876 esponeva alla Promotrice di Belle Arti a Firenze un quadro rappresentante un Idillio campestre, la cui grazia e bellezza è veramente non comune. Fu giudicato il solo gioiello vero fra le tante perle false dell’esposizione.Per rispondere alle richieste del mercato il quadro fu replicato dall’artista, con piccole varianti, almeno tredici volte. Una copia, presentata all’Esposizione internazionale di Melbourne del 1881, fu acquistata dal governo locale per la Galleria d’arte moderna della città australiana insieme con il dipinto Momenti d’ozio.
Nel 1877 esponeva, sempre alla Promotrice di Belle Arti, Una scena del secolo XVII dove figurano moltissimi ritratti di persone del tempo, due dei quali sono il Guzzardi stesso e il fratello Rosario.
Tra il 1883 e il 1886 si recò spesso a Cutigliano, sull’Appennino pistoiese, per dipingere dal vero. Risalgono a questo periodo Ferriera presso Cutigliano, esposto alla Promotrice di Firenze nel 1884; Avanti la battaglia e Al pascolo, presentato alla Promotrice fiorentina del 1886 e premiato all’Esposizione internazionale di Colonia nel 1889.
Negli anni Ottanta ottenne la carica di professore onorario all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Tornò ad Adernò solo nel 1887 per portare alla popolazione colpita dal colera il proprio aiuto e quello degli amici del Circolo degli artisti, di cui era allora cassiere, collaborando con le squadre di volontari. Finita l’epidemia, rientrò in Toscana e realizzò alcuni dipinti d’ambiente siciliano, tra cui Turiddu e Carminuzza, presentato nel 1887 alla Promotrice e premiato con medaglia d’oro all’Esposizione internazionale di Colonia del 1889.
Dedicatosi da sempre al genere ritrattistico, donò un suo Autoritratto dipinto tra il 1888 e il 1889 alla Reale Pinacoteca di Firenze.
Alla morte di Ciseri, nel 1891, fu nominato presidente delle cerimonie commemorative e incaricato di pronunziarne l’elogio funebre. Ispirandosi a un dipinto del maestro nel 1900 realizzò L’apparizione di Gesù alla beata Maria Alacoque, commissionatogli per la Chiesa Madre di Adernò. Per la stessa destinazione realizzò, due anni dopo, Il pentimento della Maddalena, un dipinto di grandi dimensioni presentato fuori concorso all’Esposizione Alinari di Firenze del 1902.
Il 15 aprile del 1903 ebbe dalla moglie, la fiorentina Primetta Pagni, l’unico figlio, Rodolfo, divenuto in seguito pittore. Negli anni successivi, con il Il genio del Progresso, rappresentante l’allegoria dell’elettricità, vinse il concorso bandito dalla Camera di commercio di Odessa. Tra i dipinti dell’ultimo periodo (1912-13) si ricordano A mia moglie e il ritratto di Benedetto Sangiorgio
Morì a Firenze il 14 settembre 1914.
Nella Villa Comunale di Adrano lo ricorda un magnifico busto in bronzo del suo più caro amico, continuatore e discepolo, Angelo La Naia che, con le ammirevoli opere pittoriche e scultoree, aggiunge lustro alla gloria del Maestro. Così il La Naia descrive l’arte del Guzzardi:
“L’arte del Guzzardi appartiene alla scuola accademica realistica. Il nostro artista seppe insinuare negli umili soggetti delle sue composizioni buon gusto, sentimento, poesia, senza eccedere in un brutale, grossolano, superficiale realismo. La sua pittura, se anche qualche volta non ci rapisce e ci trasporta nelle regioni del sogno, tiene sempre però ad allettare i nostri sensi col colore e la naturalezza. Ebbe il tocco franco, solidità e perfezione nel disegno, equilibrio di masse, splendore di colorito.”.