Chiesa Santa Maria degli Angeli e Convento Cappuccini

La Chiesa Santa Maria degli Angeli, con annesso Convento dei padri Cappuccini, sorgeva in contrada della Grazia ad Adrano (o Adernò, come si chiamava a quel tempo). Il contratto per la compera del terreno fu stipulato il 23-12-1608 dal notaio Tommaso Gautieri di Adernò. Il convento fu fondato da R.P. Frat’ Urbano da Palermo ed  eretto con le elemosine del popolo, secondo la povera forma Cappuccina con 27 celle. La fabbrica fu ultimata nel 1616. I Frati in quegli otto anni avevano dimorato in una chiesa detta di S.Antonio.

 

Lo storico G. Sangiorgio Mazza nella sua “Storia di Adernò” (Catania 1820)scrisse: Alla distanza di 100 passi fuori l’abitato, verso sud-est, esiste il convento dei RR. PP. Cappuccini, sotto il titolo dell’Immacolata Concezione. Il pubblico lo eresse a sue proprie spese l’anno 1605 per la cui edificazione si posero a gare i nobili, ed i plebei per il trasporto dei materiali.

 

La prima cosa che s’inalberò fu la Croce, che ancora sussiste, e si venera con la corrispondente reliquia.

 

A partire dell’anno 1866, anno della soppressione degli ordini religiosi, il  convento  rimase chiuso e fu riaperto nel 1877.
Per 10 anni divenne asilo di mendicità e la selva fu ceduta alla Congregazione di Carità; ma nel 1888 l’asilo di mendicità fu trasportato nella sede dell’ospedale, e il convento rimase nuovamente vuoto. La popolazione devota ai Cappuccini si mosse facendo delle suppliche alle autorità ecclesiastiche e civili per avere di nuovo i religiosi. Per benevolenza del M.R.P. Francesco da Montemaggiore, Provinciale di quel tempo e per interessamento del sindaco Avv. Inzerilli e del compianto Prevosto Petronio Russo,  la selva e il convento vennero restituiti alla Congregazione di Carità a favore dei frati.

 

Nel 1899 venne stipulato un contratto secondo il quale il Comune cedeva ai frati lo spiazzale della Chiesa e la selva ad enfiteusi perpetua. I frati così si stabilirono definitivamente nel convento fra  l’anno 1900.  I primi religiosi furono, fr. Salvatore di Adrano e P. Paolo quest’ultimo si dedicò al restauro del convento, accorpando il portico alla Chiesa, inoltre si interessò per l’ornamento degli interni della Chiesa, in particolare del coro, prediligendo uno stile artistico semplice.

 

Nel 1943 fu investito della gestione del convento P. Dionigi La Mela, che era stato già cappellano militare nel 1940, ma  nel 1949 fu trasferito a Messina dove fu incaricato per la realizzazione  di 15 quadri dei Misteri, e 6 quadri altarini e per la decorazione del battistero nella nuova Chiesa Madonna di Pompei.

 

Nel 1950 P. Giambattista grazie ai fondi che raccolse, la Chiesa venne restaurata e fu pavimentata con marmo; la vecchia balaustra in legno fu sostituita da quella in marmo e inoltre fu ripulito l’altare, la custodia e la cornice del grande quadro.
Il convento esternamente ha subito dei rifacimenti, nel 1961 con l’arrivo di P. Emilio si pensò di dare alla Chiesa un nuovo prospetto creando un pronao come corpo avanzato mediante  quale la Chiesa si affaccia sulla piazza.
Il progetto venne affidato all’ architetto Arena, ma non fu accettato dai superiori perché troppo moderno e in contrasto con lo stile della Chiesa e della piazza. Alcuni mesi dopo P. Dionigi presentò un suo progetto, che fu approvato dai superiori; l’esecuzione di una prima parte dei lavori fu affidata ai costruttori Badalati e Nicolosi.
L’anno 1969 fu dedicato alla preparazione per l’erezione della Chiesa a parrocchia, uno degli interventi principali fu l’ampliamento della pedana dell’altare maggiore  per accogliervi l’altare rivolto al popolo.
Il 1° gennaio 1970 l’arcivescovo L. Bentivoglio dichiarò eretta a parrocchia la Chiesa, che venne intitolata a “S. Maria degli Angeli”. La Chiesa inizialmente era stata dedicata alla Madonna Immacolata, ma si ritenne opportuno cambiare il titolo per evitare equivoci con la parrocchia di S. Francesco già all’Immacolata. Dopo la proclamazione della parrocchia, venne nominato primo parroco P. Dionigi.

 

La Chiesa è una tra le più belle della provincia  per la  costruzione architettonica e gli stucchi di stile semplice. Sull’altare maggiore  è posta una grande pala che raffigura  l’Immacolata con una schiera di Angeli che porgono dei gigli, in basso sono raffigurati: Sant’Agata, S. Antonio di Padova, S. Pietro e S. Francesco. L’intera pala è sormontata da un riquadro raffigurante l’Eterno, quasi a simboleggiare l’entrata in paradiso dell’Immacolata. Di pregevole fattura è la cornice lignea di cipresso realizzata da fra Felice e fra Serafino con   lavori d’intaglio, di tornio e d’impellicciatura, dove spiccano ai lati di essa due robuste lesene scanalate, sormontate da un architrave trabeata. Una  pala d’atare di uguale finezza e delle medesime dimensioni, si trova nella Chiesa del convento di Lipari.  La pala è firmata in basso a destra:”F.HUMILI A MESS. SAC.CAP. PIN. 1645” . Jacopo Imperatrice l’autore della pala meglio noto come frate Umile da Messina ( Messina , 1592 1681 ) fuallievo di Alonzo Rodriguez , entrò nell’ordine dei cappuccini e lavorò prevalentemente per l’ordine nella provincia di Messina . Le sue opere subirono  influenza dallo stile classicista delle opere del Barbalonga . Realizzò molte pale di altare su temi cari all’ordine (L’Immacolata, La Vergine tra santi) per le chiese ed i conventi della provincia cappuccina messinese. Inoltre sue opere si trovano anche ad Alcara li Fusi , Savoca , Gangi , Linguaglossa. Sempre sull’altare maggiore troneggia la custodia lignea  a tre ordini, intarsiata e con otto santi scolpiti, la porticina del tabernacolo in bassorilievo raffigura l’ultima cena.

 

L’uso del legno nell’altare maggiore, negli altari laterali e nelle cornici realizzati ad intaglio con motivi floreali, danno quel sapore di povertà francescana che rifugge dallo sfarzo dei marmi.

 

All’interno della chiesa, collocato sotto il coro a destra, si trova la tela con la Madonna fra quattro santi cappuccini, proseguendo sempre a destra nella cappella, si trova l’altare ligneo con la scultura della Madonna con Bambino, di seguito una tela ad olio raffigurante l’Annunciazione (restaurata dalla sovrintendenza di Catania), sempre a sinistra giace il ritratto di S. Felice da Nicosia. Sul lato sinistro collocato sotto il coro, si nota un bassorilievo in 16 formelle raffiguranti scene bibliche realizzato dai professori: Natale Andaloro, Carmen Comes, Silvestro Spitaleri e Cettina Valastro in occasione del giubileo del  2000 – Porta Santa, di seguito spicca un crocifisso su croce intarsiata e sempre a sinistra una tela raffigurante S. Francesco. Ai lati dell’altare maggiore collocati uno a destra e l’altro a sinistra si trovano due tele raffigurante una il Beato Serafino D’ascole e l’atra il Beato Fedele da Sigmaringa, protomartire. Entrando, sul lato sinistro trovasi un pannello in pietra lavica ceramizzata che testualmente recita: “Nell’anno di grazia 2007 il giorno 2 del mese di giugno da S.E. Arcivescovo Metropolita di Catania Salvatore Gristina, viene dedicata questa chiesa parrocchiale di “S.M.degli Angeli” in Adrano ristrutturata grazie al tenace impegno di tutta la comunità e dei Frati Cappuccini”.

 

  

FRATI ILLUSTRI:

 

F.Giuseppe (1718)

 

F.Giuseppe Maria

 

SCRITTORI:

 

P.Marcellino (1812)

 

P.Alfonso Romano (1940)

 

ARTISTA

 

P.Dionigi La Mela (1984) pittore

 

________________________________________________________________________________________

Il materiale è stato ricercato sui  siti Internet e su alcuni testi della biblioteca comunale di Adrano, le fonti sono state tratte da:

 Atti della Provincia – Frati Cappuccini Messina;

  1. Sangiorgio Mazza “Storia di Adernò” (Catania 1820)

Cooperativa I.S.COOP. Adrano (1994)