Chiesa di Sant’Agostino

Il convento di Sant’Agostino sembra risalire al 1275, al tempo di Carlo I D’Angiò. All’epoca era denominato di Maria SS. Dell’Annunciazione e si trovava nelle vicinanze di Adrano, in contrada “Sciarotta”.

 

Nel corso del  1580,  su richiesta dei monaci della sacra congregazione dei riti, iniziarono i lavori di smantellamento allo scopo di costruire il convento e la rispettiva  chiesa nel sito attuale; tali lavori si protrassero fino al 1588. Il piano dove fu costruito il nuovo edificio era quello di Sant’Antonio, oggi detto Sant’Agostino.

 

La Chiesa del convento, sotto il priorato del Rev. P. Michelangelo Russo, fu arricchita di un coro, di un organo, della sacrestia e furono costruiti sei altari, tre per lato, nell’unica navata.

 

Il convento era costituito, oltre che dalla Chiesa, da ampi ma incompleti locali al piano terra e da un piano costituito da un lungo corridoio comprendente 10 camerette,  una cucina e  un refettorio. Oltre all’edificio, il convento possedeva diversi terreni adibiti a chiusa, di cui alcuni adiacenti al convento stesso, altri siti al punto in cui sorgeva l’antico convento, cioè in contrada “Sciarotta”. In seguito alle leggi eversive del 1866, le proprietà divennero demanio pubblico e furono  cedute al comune. Il comune successivamente adibì ad ospedale civile parte dell’ex convento, con  atto di cessione datato 15/1/1868,  e la chiesa  veniva consegnata al priore Antonio La Naia. Successivamente, con atto di permuta datato 24/8/1897, parte dei locali dell’ex convento fu ceduta alla congregazione di carità.

 

La Chiesa di Sant’Agostino si prospetta sull’omonima piazza; essa è formata da un’unica navata e una cappella posta sul lato sinistro, nei pressi dell’altare centrale. Il portale d’ingresso è in pietra lavica lavorata ed è costituito da due colonne in stile ionico; al di sopra di questo è posta, raccordata alle colonne, una finestra di forma rettangolare. Emerge un orologio di recente costruzione, di forma ovale, posto nella parte superiore della facciata. Due altre paraste, sempre in pietra lavica, staccano il prospetto della Chiesa dagli edifici vicini. A sinistra, un corpo di fabbrica sul quale è costruito il campanile con cupola in stile arabeggiante.

 

L’interno, a unica navata, è coperto con una volta a botte lunettata in corrispondenza delle finestre. Sono presenti, all’interno della Chiesa, oltre all’altare maggiore di pregiata fattura e alla cappella del Buon Consiglio, altri 5 altari minori.

 

L’altare centrale risalente  al 1732, come risulta da una scritta su una delle mensole, è in marmo policromo lavorato ad incastro. Sopra l’altare centrale è posto il quadro dell’Annunciazione, dipinto nel secondo XVII  probabilmente da Pietro Novelli.

 

La cappella della Madonna del  Buon Consiglio, l’unica superstite delle sei  cappelle   dell’antica chiesa, è  in stile tardo gotico con colonne agli angoli in pietra lavica e con costoloni nella volta che si presentano a crociera con archi a sesto acuto. Sopra l’altare, in marmo bianco, si trova il dipinto della Madonna del Buon Consiglio  opera di un anonimo, su tavola, il quale è stato inserito in una struttura lignea abilmente lavorata  dall’ebanista adornese  Filippo Viaggio nel 1857.

 

Si conserva, all’interno della Chiesa, un’opera del pittore Angelo La Naia, raffigurante “San Nicolò orante davanti alla grotta di Aspicuddu”.